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Giovan Pietro Rizzoli,

detto Giampietrino (attr.)

Madonna

olio su tavola, 34 x 28,5 cm

Collezione privata

Questa immagine col busto di Maria Vergine con aureola e il capo coperto da un drappo che le protegge anche le spalle, va ricollegata al medesimo personaggio sacro presente in una più ampia invenzione del Giampietrino raffigurante la Madonna che allatta il Bambino con Sant’Anna, dipinta parimenti su tavola ma di dimensioni più ampie (cm 64x51, già New York, Christie’s, 28 gennaio 2015, n. 128 e New York, Sotheby’s, 26 gennaio 2023, n. 117); le tinte dei panneggi sono tuttavia in parte differenti: nell’opera in esame il velo è marrone e l’abito rosso con mantello verde, nell’altro sono rispettivamente color crema e rosso, ma il manto è blu foderato in rosso), così come la definizione dei contorni, netti con tratti metallici nella tavola di minori dimensioni, più morbidi e sfumati nell’altra. 

Difficile stabilire quale delle due opere sia stata dipinta prima: d’altra parte non è affatto agevole scansionare con sufficiente certezza la produzione di Giovan Pietro Rizzoli - ricordato anche come Pietro Rizzo, Pietro Riccio, Pietro Ricci, Gianpetro, Giampietrino, ecc. - la cui cronologia ha pochi appigli certi rispetto alla quantità e alla discontinuità delle opere ricondotte al suo catalogo. 

Documentato a Milano a partire dall’inizio del 1508, gli studi non hanno ancora accettato concordemente la possibilità di una formazione diretta del Rizzoli nella bottega di Leonardo intorno alla seconda metà degli anni Novanta del Quattrocento: rilevanti in tal senso sono alcuni riferimenti di Giovanni Paolo Lomazzo che ricorda un “Pietro Rizzo milanese” nel suo Trattato del 1584 e nelle relative Tavole lo dice allievo di Leonardo da Vinci; nelle Rime ad imitazione de i grotteschi (1587) lo stesso Lomazzo inserisce “Pietro” con Giovanni Antonio Boltraffio, Francesco Melzi e Giovanni Giacomo Caprotti assieme al loro maestro Leonardo. Il legame del Giampietrino con alcuni pittori leonardeschi viene ribadito in una notizia del 1511 in cui - con Giovanni Agostino da Lodi, Marco d’Oggiono, Boltraffio e Giovita da Caravaggio - venne nominato procuratore di un consorzio di pittori in cui Bramantino e Bernardo Zenale erano rispettivamente priore e tesoriere. 

Resta il fatto che ad evidenziare lo stringente legame del Giampietrino con la cultura artistica di Leonardo da Vinci c’è senz’altro la sua comprensione dello sfumato. Il particolare stilistico traspare in molti suoi disegni e dipinti, ad esempio nella Madonna con Bambino e i Santi Michele e Girolamo della chiesa di San Marino a Pavia commissionata nel 1521, unica sua opera nota documentata con certezza in cui non mancano richiami palesi anche alla pittura di Cesare da Sesto. Il rientro definitivo a Milano di quest’ultimo nel 1519, dopo aver lavorato per circa un decennio a Roma, in Sicilia e in Campania, aprì anche a Giampietrino la possibilità di confrontarsi con i modelli centroitaliani, soprattutto raffaelleschi, importati in Lombardia dal collega.

La Madonna dipinta su questa tavola emerge dallo sfondo scuro ed è caratterizzata da una cromia tendenzialmente calda; il viso di Maria rievoca le tipologie leonardesche, gli occhi sono rivolti verso il basso e le sottili sopracciglia, la modellatura leggera del naso e delle guance definiscono i volumi con leggere gradazioni di luci e ombre. Si tratta di qualità ricorrenti nelle molte figure femminili dipinte dal Giampietrino che nel corso della sua carriera si era concentrato soprattutto su rappresentazioni sensuali di divinità, sante ed eroine della storia e delle sacre scritture: Sofonisba, Didone, Lucrezia, Maddalena e, ovviamente, Maria Vergine, una piacevole produzione in cui spiccano influenze e dati descrittivi ispirati anche all’arte fiamminga, peculiarità evidenti pure in questo dipinto, principalmente nelle nette e luminose definizioni dorate evidenti nell’ondulazione dei capelli, nell’aureola e nel bordo della scollatura dell’abito.



Bibliografia: 

C. Geddo, La Madonna di Castel Vitoni del Giampietrino, in «Achademia Leonardi Vinci», ed. by C. Pedretti, Vol. VII, 1994, Firenze, pp. 57 – 66.

C. Geddo, Leonardeschi tra Lombardia ed Europa: i ‘Giampietrino’ della Mitteleuropa, in “Lombardia ed Europa. Incroci di Storia e Cultura”, ed. by D. Zardin, Milan, 2014, pp. 69 – 108. 



Nicosetta Roio

Giovan Pietro Rizzoli,

called Giampietrino (attr.)

Madonna

Oil on wood panel, cm 34 x 28,5

Private Collection

This half-length portrait of Mary bears a striking resemblance to a similar figure depicted by Giampietrino in "The Madonna Nursing the Christ Child with Saint Anne" (measuring 64x51 cm) that was auctioned at Christie's on 28 January 2015 (lot number 128) and at Sotheby's on 26 January 2023 (lot number 117) in New York. Despite the resemblance, there are significant differences in the details that distinguish the two depictions of the Virgin. In the portrait, Mary is portrayed wearing a brown veil, a red dress, and a green cloak, whereas in the altar piece, she is shown with a creamy veil, a red dress, and a blue cloak. Furthermore, the lines used in the portrait exhibit a more rigid and defined quality, while the lines in the altar piece are softer and more nuanced. Determining the chronological order between the two works, the half-length portrait of Mary and "The Madonna Nursing the Christ Child with Saint Anne," poses a challenge for art historians. Giampietrino's attribution has always been a difficult task due to the various names he has been mentioned in historical documents, such as Pietro Rizzo, Pietro Riccio, Pietro Ricci, Gianpetro, and others. This lack of consistent identification has led to uncertainties in assigning artworks to him. While a few art pieces have been documented under his name, a considerable number of works have been attributed to Giampietrino, making the task of distinguishing his true creations a daunting one for art historians.

Although Giampietrino's presence in Milan has been documented since 1508, art historians have not reached a consensus regarding whether he received his education in Leonardo's workshop during the late 15th century. Giovanni Paolo Lomazzo, in his Trattato from 1584, mentions a "Pietro Rizzo milanese" listed as a student of Leonardo da Vinci in the related Tavole. Furthermore, in his Rime ad imitazione de i grotteschi from 1587, Lomazzo again associates a "Pietro" with Leonardo's students Giovanni Antonio Boltraffio, Francesco Melzi, and Giovanni Giacomo Caprotti. The connection between Giampietrino and the painters who operated within Leonardo's close circle is substantiated by a document from 1511. In this document, Giampietrino, along with Giovanni Agostino da Lodi, Marco d'Oggiono, Boltraffio, and Giovita da Caravaggio, is mentioned as a legal representative of an artists' union. The union was overseen by Bramantino and Bernardo Zenale, who held the positions of prior and treasurer, respectively.

Indeed, it is undeniable that Giampietrino's profound understanding of sfumato indicates a close proximity to Leonardo's artistic style and cultural influence. This mastery of sfumato is evident in several of Giampietrino's artworks, such as "The Virgin and Child with Saints Michael and Jerome" located in the Church of San Marino in Pavia. This particular piece, commissioned in 1521, stands as the only documented work of Giampietrino where we can clearly discern the combined influences of Leonardo and Cesare da Sesto. After spending a decade working in Rome, Sicily, and Campania, Giampietrino returned to Milan in 1519. This period of travel and exposure to different artistic centres allowed him to encounter the styles of other masters, including the influential Raphael. Back in Milan, Giampietrino had the opportunity to reflect upon and incorporate the artistic influences he had encountered during his travels into his own work.


Bibliography:


C. Geddo, La Madonna di Castel Vitoni del Giampietrino, in «Achademia Leonardi Vinci», ed. by C. Pedretti, Vol. VII, 1994, Firenze, pp. 57 – 66.

C. Geddo, Leonardeschi tra Lombardia ed Europa: i ‘Giampietrino’ della Mitteleuropa, in “Lombardia ed Europa. Incroci di Storia e Cultura”, ed. by D. Zardin, Milan, 2014, pp. 69 – 108. 


Nicosetta Roio