Il prezioso dipinto raffigura la Sacra Famiglia - composta da Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù - e Santa Caterina d'Alessandria, la nobile, bella e colta giovane cristiana, martirizzata nel 305 ad Alessandria d'Egitto.
Figlio del celebre Francesco Francia, Giulio, si formò insieme al fratello Giacomo nella bottega paterna, dove apprese il colore e l'arte orafa, lavorando poi con il padre ed ereditandone il mestiere e il linguaggio figurativo. Fino alla morte di Francesco (1517), i fratelli Giacomo e Giulio collaborano alle commissioni paterne e nel 1518 firmano insieme la loro prima opera conosciuta, dando inizio a un'attività autonoma segnata da continue collaborazioni, tanto da creare incertezze sulla definizione delle due distinte personalità artistiche. L'ambiente di formazione di Giulio rimase comunque ricco di applicazioni delle nuove istanze del manierismo del suo tempo, con spinte culturali spesso tormentate da suggestioni leonardesche che, grazie all'ultimo soggiorno di Leonardo da Vinci in quell'area centrale, fungevano ancora da spunti singolarmente attraenti.
Gli elementi leonardeschi presenti nella piccola tavola in mostra si possono riassumere nel lembo di sfondo roccioso visibile sul lato del baldacchino, e nella posa del Santo Bambino improntata a un movimento in avanti, particolarmente meditato sui noti modelli leonardeschi.
Nicola Barbatelli
This valuable painting depicts the Holy Family — comprising Mary, Joseph, and the little Jesus — and St Catherine of Alexandria, the noble, beautiful and cultured young Christian, martyred in 305 in Alexandria, Egypt.
Son of the famous Francesco Francia, Giulio was trained together with his brother Giacomo in his father’s workshop, where he learned pain- ting as well as the goldsmith’s art, subsequently working there with his father and thus inheriting his profession and figurative language. Until the death of Francesco Francia (1517), Giacomo and Giulio collaborated on their father’s commissions and in 1518, they jointly signed their first known work, starting an autonomous activity marked by constant collaborations, hence the difficulty in isolating and defining their two pictorial personalities. The environment of Giulio’s schooling remained however full of applications of the new instances of the mannerism of his time, with cultural urges often tormented by Leonardesque suggestions that, thanks to Leonardo da Vinci’s last stay in that central area, still acted as singularly attractive hints.
The Leonardesque elements present in the small panel on display may certainly be summed up in the patch of rocky background visible on the canopy’s side, and by the Holy Infant’s pose marked by a forward movement, particularly meditated on Leonardo’s well-known models.
Nicola Barbatelli